L'ossessione di possedere un pezzo di mondo
Anche questa estate c'è chi ha provato a mettere in valigia la sabbia delle spiagge sarde

Nella nostra società sembra che la mania del possesso non abbia limiti. Nell'epoca dell'usa e getta, del rent a car, dell'affitto casa, della produzione di prodotti d'abbigliamento che l'anno dopo sono “vecchi”, questa smania di possedere ciò che è raro o addirittura proibito non si riesce ad arrestare.
Si continua a vendere avorio nonostante gli elefanti si stiano estinguendo, si continuano a desiderare pellicce nonostante si conosca il dolore che c'è dietro questi indumenti, si continuano a sognare diamanti sapendo come si estraggono e ultimamente si vuole possedere un pezzo di mondo, possibilmente raro o lontano.
La sabbia, assieme a pezzi di roccia, sono sicuramente fra i più gettonati. Addirittura di recente è stata denunciata la vendita della sabbia di alcune spiagge sarde su ebay. Per mettere uno stop a questa brutta abitudine la Regione Sardegna ha da poco approvato una norma che prevede multe che vanno dai 500 ai 3000 euro per chi viene trovato in possesso proprio di sabbia ma anche di ciottoli, sassi o conchiglie provenienti dal mare.
Si dice che sia per avere un ricordo, ma l'acquisto di un oggetto su internet ha poco a che vedere con questo tipo di sensazione. I ricordi si portano nel cuore e nella memoria, arricchiti da emozioni, colori e profumi. Il cervello è il nostro scrigno più prezioso. Quando non dovesse più “funzionare” non serviranno a niente bottigliette di sabbia rosa rubate o acquistate sul web. Rimarranno lì, solo come tristi cimeli di un'azione che ha mancato di rispetto alla nostra madre Terra.
Questo articolo è stato pubblicato su Famiglia Cristiana