Salvare le tigri dall'estinzione

L'uomo si è sempre sentito padrone della terra ma prima o poi dovrà capire che è solo uno dei tanti ospiti. Certo il più intelligente, ma spesso anche il più feroce: con le sue azioni ha infatti causato l'estinzione di molte specie animali.
Ricordo quando alle Galapagos lessi un articolo di uno zoologo tedesco che si chiedeva come fosse possibile per un credente restare impassibili di fronte all'estinzione di una creatura di Dio e scandalizzarsi di fronte alla distruzione di un'opera umana. È quanto sta succedendo a uno degli animali più belli del pianeta: la tigre. I numeri sono drammatici: nel 1900 c'erano centomila esemplari; negli anni 70 erano 40 mila e oggi sembrano non superare le 2300 unità, secondo i dati del WWF. I ricercatori stimano che bloccando la distruzione del loro habitat, sviluppando interventi di tutela della specie e calcolando le dimensioni dei territori destinati a questi grandi felini la loro popolazione potrebbe raddoppiare entro il 2022.
Spero che questo progetto diventi una realtà ma faccio una considerazione: delle tigri la gente sa poco, le ha immaginate leggendo i libri di Salgari o ammirate guardando un documentario. Sono animali solitari, grandi predatori e per vivere necessitano di spazi molto ampi: pare che ogni esemplare abbia bisogno almeno di 100 chilometri quadrati. Quello che invece ci riserva il futuro è probabilmente un grande condominio sovraffollato, all'esterno del quale della tigre non rimarrà neanche l'ombra. Da grande appassionata di Salgari, immaginavo molto diverso il futuro di questo simbolo di forza, bellezza e libertà.
Questo articolo è stato pubblicato su Famiglia Cristiana