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di Monica Mazzotto

PARLIAMO DI ETOLOGIA
di Monica Mazzotto

Etologa

1 giugno 2001 - “Sta scritto che il re Salomone parlava con i quadrupedi, con gli uccelli, con i pesci e con i vermi” così inizia uno dei capitoli più belli del celebre libro “L’anello di re Salomone” di Konrad Lorenz, padre dell’etologia. Questa leggenda narra come il re, grazie ad un anello magico, riuscisse a capire il linguaggio degli animali. Credo che tutti, almeno una volta nella vita, avrebbero voluto avere quell’anello. Il desiderio di capire i nostri “coinquilini del Pianeta” è venuto forse guardando un bel documentario su animali a noi lontani, oppure ammirando nei nostri cieli primaverili l’arrivo dei rondoni o, per i più fortunati, delle rondini, ma anche più semplicemente osservando negli occhi il proprio cane o il proprio gatto. Questa curiosità per chi studia e conosce l’etologia è in parte soddisfatta. Infatti, grazie ai grandi di questa scienza, come Lorenz ma anche come i suoi due “compagni di Nobel”, Niko Tinbergen e Karl Von Frisch, gli animali dalla metà del secolo scorso, non vengono più studiati solo per la loro morfologia o fisiologia, ma anche per la loro psicologia e per il loro comportamento. Cercare di capire un animale, per chi ha l’amore, la pazienza e forse anche una dose di sana curiosità infantile, è come guardare in un caleidoscopio: mille colori e mille forme si dividono e si riuniscono a formare una nuova immagine che sembra sempre più bella della precedente. Questo e tante altre cose sono l’etologia ed insieme cercheremo di capire gli aspetti più interessanti, più divertenti, ma in certi casi anche drammatici della vita degli animali. Da quelli più esotici a quelli più comuni, da quelli più vicini a noi, evolutivamente parlando, come i primati, a quelli più vicini a noi “logisticamente” parlando, come gli animali domestici. Un viaggio che cercherà di rappresentare vari aspetti del comportamento, dai corteggiamenti degli uccelli del paradiso australiani all’aggressività del pettirosso nostrano, dalla socialità del lupo a quella del cane, dai giochi dei macachi del Giappone a quelli del nostro gatto. Parleremo, senza inutili “effetti speciali” degli animali per quello che sono, cioè degli esseri splendidi e straordinari, capaci di sorprenderci con le loro innumerevoli caratteristiche, capaci di affascinarci ancora di più nel momento in cui “possediamo l’anello di re Salomone”, nel momento, cioè, in cui riusciamo a comprendere, senza riserve, il loro linguaggio. E forse pochi sanno come finì la leggenda del re Salomone raccontata da J.V. Widmann: il vecchio re preso da una crisi di gelosia gettò via l’anello magico. La gelosia era stata causata da un usignolo che gli aveva confidato come una delle sue innumerevoli mogli avesse un amante più giovane di lui. Dopo essersi liberato dell’anello, il suo cuore s’inaridì e non provò più nulla per gli animali. Il suo atto fu saggio o fu irresponsabile? Di certo l’incantesimo s’interruppe quando ciò che il re volle ascoltare non fu più la dolce melodia dell’usignolo, ma un semplice e meschino pettegolezzo. In questo finale è racchiuso un insegnamento: non aspettiamoci favole dagli animali, ma impariamo ad ascoltare le storie vere che hanno da raccontarci, ne saremo sicuramente incantati e soddisfatti.

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