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di Licia Colò

UMBRIA, SULLE TRACCE DI SAN FRANCESCO
di Licia Colò

La proposta di viaggio di oggi ci porta in una terra splendida dove natura, storia e religiosità si fondono in un insieme armonioso e stimolante.

16 novembre 2001 - Il sole sta per tramontare ed una profonda quiete pervade il paesaggio che ci circonda. Attorno ci sono dolci colline, verdi declivi e cittadine feudali. Il senso del tempo qui ritrova il suo ritmo in uno spazio sconfinato ma non infinito. Poi c’è il silenzio che avvolge tutto come se volesse proteggere lo spirito.
E questo è il mondo dei boschi, dei campi coltivati, degli ulivi, che con i loro tronchi contorti riescono a sopravvivere al freddo dell’inverno, alle rocce di queste montagne e al vento che spesso soffia su questa terra. E in questi ambienti hanno vissuto uomini dagli animi puri, dagli animi umili, come San Francesco d’Assisi. Il nostro viaggio di oggi si snoderà proprio sulle tracce di quest’uomo, che con la sua esistenza è riuscito a modificare addirittura totalmente la vita di questa terra.
Il monte Subasio si trova al centro di uno dei tre Parchi Regionali Umbri e qui, immerso nel verde si trova l’Eremo delle Carceri, il luogo in cui San Francesco si ritirava a pregare. Il convento sorse nel 400 attorno alla piccola chiesa di S. Maria delle carceri ed alle grotte in cui San Francesco ed i suoi seguaci si ritiravano in preghiera. In questo umile complesso, in un piccolo refettorio sono conservati alcuni tavoli costituiti da lunghe assi sorrette da pali direttamente piantati nel terreno. Da questo eremo, attraverso i prati erbosi ed i boschi, non è difficile raggiungere le creste della cima ed il loro colore grigio opalescente è spesso interrotto dal rosso di quella pietra con cui per secoli fu costruita Assisi, che conobbe il massimo splendore fra il XII ed il XIII secolo.
Questo luogo legato a S. Francesco, è uno dei più importanti centri religiosi in Italia. Attorno alla grandiosità della Basilica di San Francesco c’è un profondo senso di pace e se siamo fortunati, al calar della sera, riusciamo ad assistere al coro dei frati, che si alza fra le immense navate. Veniamo rapiti dalla suggestione per rimanere la’, per un attimo che vale un’eternità, sospesi fra terra e cielo. Un dedalo di piccole strade si snoda fra chiese e vecchi palazzi e proprio davanti a quello dei Priori risalta il bianco della merlata Torre del Popolo. Sui resti della casa paterna di San Francesco è sorta la chiesa nuova. Tra le antiche e silenti mura le ombre sottolineano i colori delle scalinate di pietra di questa cittadina medioevale.
Il sole sta per tramontare, le lunghe ali della notte sembrano chiudersi sulla città consacrata alla pace, mentre sulla rupe, l’antica rocca, pare volerla difendere dagli attacchi dell’uomo.
San Francesco è il patrono dell’ecologia e l’Umbria che in molti casi è l’ultimo rifugio per molte specie della fauna italiana.
Ed era davvero meraviglioso il rapporto che San Francesco riusciva ad avere con tutte le creature viventi. Ad Alviano, nella piazza principale, davanti al castello, nel 1212 accadde un fatto straordinario: San Francesco era giunto per parlare alla gente, ma improvvisamente un gran numero di rondini impediva alle persone di ascoltare. Il santo si rivolse loro pregandole di fare silenzio e queste, immediatamente, tutte insieme tacquero.
C’è un posto qui, sul lago di Alviano, scelto da numerose specie di uccelli, specialmente acquatici per svernare o per riposare durante la migrazione. Il lago è una grande palude che si è formata con lo sbarramento del fiume Tevere. E’ circondata da una rigogliosa vegetazione composta da pioppi, salici ed ontani neri. Questa ultima pianta è praticamente scomparsa da tutto il bacino del Tevere. Qui si possono ammirare aironi, falchi di palude ed una folta schiera di anatre.
Più a nord del lago di Alviano si trova Gubbio. E’ costruita al centro di una conca che si trova in una delle valli che solcano la catena che va dal monte Urbino al monte Subasio. Si snoda tutta sulle pendici del Monte Ingino, dall’alto del quale, domina la città il convento di Sant’Ubaldo. Le vie principali sono tutte parallele e pianeggianti, ma sono unite fra loro da vicoli e scale molto pendenti. La maggior parte degli edifici è stata costruita con blocchi di calcare dei vicini monti. La struttura urbana è molto semplice ed ha conservato intatta nei secoli, la sua fisionomia medioevale. Molte sono le chiese, quella di San Francesco con l’annesso convento, sorge dove si trovava la casa degli Spadalonga che accolsero Francesco quando venne scacciato dal padre e lo rivestirono con quella tunica che poi divenne l’abito Francescano.
Davanti a questa chiesetta, chiamata Santa Maria delle Vittorie, nel 1200 accadde un altro fatto molto importante. Da queste parti si aggirava un lupo affamato, che in breve tempo era riuscito a terrorizzare la popolazione, catturando diverse persone e uccidendole. La gente chiese aiuto a San Francesco. Il Santo arrivò qua e incontrò il lupo affamato, facendo un patto con lui: la gente gli avrebbe portato da mangiare, ma in cambio lui non avrebbe più ucciso nessuno. E così accadde.
Sulla cima del monte Ingino sono rimaste le vestigia dell’antica rocca medioevale. Le rocche erano due e furono costruite attorno al XII secolo: quella anteriore e quella posteriore, di quest’ultima nulla e’ rimasto. Entrambe dovevano servire alla difesa della città. Poco piu’ sotto c’è la Basilica di Sant’Ubaldo. All’interno c’è il chiostro semplice ma molto elegante e poggiati su piedistalli di pietra sono posti i famosi ceri di Gubbio. Sono tre ed ognuno corrisponde ad una determinata corporazione di arte e mestieri. Una volta all’anno vengono portati dagli uomini più forti del paese vestiti con i costumi tradizionali. Ridiscendere in città, ci permette ancora una volta, di essere attratti da tutti i monumenti che arricchiscono questo luogo.Tuffarsi fra le stradine e scoprire in ogni angolo, fra luci ed ombre, una finestra, un palazzo, un vicolo, una piccola corte, e’ quasi un gioco. Questa ricerca ci porta ad arrivare alle linee pure e classiche del Palazzo dei Consoli, uno dei piu’ belli di tutta Italia; con i suoi merli e la sua torretta domina la piazza Grande. Fu costruito nella prima meta’ del XIV secolo e di fronte vi è il Palazzo del Podestà. Gubbio è anche famosa per i suoi artigiani, che in molti campi sono considerati autentici artisti. In particolare, la ceramica è un’arte antica, che ha radici lontane.
A Gubbio, altrettanto famosa è la lavorazione della pelle, con cui abili artigiani creano rubriche, quaderni e album di notevole gusto e pregio, facendo uso anche di foglie e rami secchi. Questi, particolarmente apprezzati dai turisti di tutto il mondo, non sono gli unici oggetti che caratterizzano la cittadina umbra. Alari, portalegna e suppellettili in ferro battuto vengono lavorati da esperti artigiani fin dai tempi più antichi ed ancora oggi attraggono l’interesse di moltissime persone.

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