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di Giada Bravo
di Giada Bravo
VIAGGIO NELL’OSPEDALE DELLE FOCHE
di Giada Bravo
In Olanda, nell'unico luogo in Europa, che da trent'anni si dedica alla cura di questi mammiferi marini.
19 dicembre 2001 - Lo Zeehondencrèche è l’unico ospedale per foche di tutta l’Europa. Situato a Pieterburen, nell’estremo nord dell’Olanda, si dedica dal 1971 alla cura di questi simpatici mammiferi marini. Il paesaggio che lo circonda, fatto di sterminata campagna e di mulini a vento, sembra essere l’ideale per chi cerca pace e contatto con la natura. Pieterburen, tipicamente olandese, offre comode e semplici sistemazioni bed&breakfast e un piccolo negozietto per poter acquistare qualche souvenir, dove il tempo sembra essersi fermato.
A realizzare questa clinica specializzata è stata Lenie‘t Hart, ora responsabile del centro, che ha salvato la sua prima foca tenendola in una vasca nel proprio giardino fino alla sua completa guarigione. La gioia poi di ridarle la libertà l’ha spinta a dare vita allo Zeehondencrèche (asilo delle foche) che si occupa principalmente della riabilitazione della foca comune e della foca grigia, due specie presenti nel Mare del Nord ed entrambe minacciate dagli agenti inquinanti.
L’azione di questo ospedale, operativo 24 ore su 24, è sorprendente. Oltre all’impegno di biologi, veterinari e tecnici, esso si avvale della collaborazione di volontari che, dopo un corso di preparazione, hanno il compito di controllare le coste di Olanda, Belgio e Francia per prestare i primi soccorsi e trasportare gli animali feriti al centro. Una volta in clinica, le foche sono sottoposte a numerosi esami, vaccinate e curate specificatamente in base al tipo di sintomi che presentano. In seguito i pazienti pinnati, in gran parte dolcissimi cuccioli rimasti orfani, vengono tenuti in quarantena per garantire la sterilità degli altri reparti, rimanendo al crèche per un periodo che varia dai tre ai sei mesi, superato il quale potranno ritornare in mare.
Pagando un simbolico biglietto d’ingresso si può entrare in una struttura veramente a misura di visitatore: la stanza centrale circolare permette non solo di assistere alle principali attività del centro attraverso le ampie vetrate - dalla preparazione del pesce in cucina al pasto vero e proprio, dalla visita medica al gioco tra i cuccioli - ma anche di imparare tutto ciò che c’è da sapere sulle foche attraverso filmati, illustrazioni e molto materiale informativo. All’esterno inoltre ci sono le vasche dei cuccioli più grandi, liberi di nuotare e di crogiolarsi al sole, ormai quasi del tutto in salute per ritornare nel loro elemento naturale, il mare. La serenità che questo magico luogo sa offrire a chi lo raggiunge è inappagabile e merita, senza ogni ombra di dubbio, le molte ore di viaggio in automobile necessarie a raggiungerlo dall’Italia.
e-mail pieterburen_seals@wxs.nl
Foto: Giada Bravo
A realizzare questa clinica specializzata è stata Lenie‘t Hart, ora responsabile del centro, che ha salvato la sua prima foca tenendola in una vasca nel proprio giardino fino alla sua completa guarigione. La gioia poi di ridarle la libertà l’ha spinta a dare vita allo Zeehondencrèche (asilo delle foche) che si occupa principalmente della riabilitazione della foca comune e della foca grigia, due specie presenti nel Mare del Nord ed entrambe minacciate dagli agenti inquinanti.
L’azione di questo ospedale, operativo 24 ore su 24, è sorprendente. Oltre all’impegno di biologi, veterinari e tecnici, esso si avvale della collaborazione di volontari che, dopo un corso di preparazione, hanno il compito di controllare le coste di Olanda, Belgio e Francia per prestare i primi soccorsi e trasportare gli animali feriti al centro. Una volta in clinica, le foche sono sottoposte a numerosi esami, vaccinate e curate specificatamente in base al tipo di sintomi che presentano. In seguito i pazienti pinnati, in gran parte dolcissimi cuccioli rimasti orfani, vengono tenuti in quarantena per garantire la sterilità degli altri reparti, rimanendo al crèche per un periodo che varia dai tre ai sei mesi, superato il quale potranno ritornare in mare.
Pagando un simbolico biglietto d’ingresso si può entrare in una struttura veramente a misura di visitatore: la stanza centrale circolare permette non solo di assistere alle principali attività del centro attraverso le ampie vetrate - dalla preparazione del pesce in cucina al pasto vero e proprio, dalla visita medica al gioco tra i cuccioli - ma anche di imparare tutto ciò che c’è da sapere sulle foche attraverso filmati, illustrazioni e molto materiale informativo. All’esterno inoltre ci sono le vasche dei cuccioli più grandi, liberi di nuotare e di crogiolarsi al sole, ormai quasi del tutto in salute per ritornare nel loro elemento naturale, il mare. La serenità che questo magico luogo sa offrire a chi lo raggiunge è inappagabile e merita, senza ogni ombra di dubbio, le molte ore di viaggio in automobile necessarie a raggiungerlo dall’Italia.
e-mail pieterburen_seals@wxs.nl
Foto: Giada Bravo