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di Piera de Sensi

CANI MODAIOLI
di Piera de Sensi

1 giugno 2001 - Scegliere un compagno a quattro zampe è come scegliere un partner sentimentale. I criteri possono variare, ma in entrambi i casi entra in gioco quel pizzico di vanità sempre presente nella natura umana. Nessuno oserà mai confessare che in una scelta sentimentale si è lasciato suggestionare dal successo o dal potere, cosi come nessuno ammetterà mai, nella scelta di un cane, di aver fatto qualche piccola concessione alla moda o allo status symbol del momento. Tutti ricordano le effusioni di Bill Clinton ai suoi Labrador ogni volta che tornava alla Casa Bianca. Migliore promotion non si poteva immaginare per questa razza, che è subito entrata nelle grazie di politici e jet-setters nostrani. Anche Massimo D’Alema è stato contagiato dalla passione per i Labrador, e ne ha uno di nome Lulù. L’allora presidente del Consiglio arrivò persino ad abbandonare un Congresso del suo partito a Torino perché Lulù doveva affrontare un parto molto difficile. Sempre allento ai dettami del politically correct, D’Alema non manca mai di brandire una regolamentare paletta ecologica quando è fotografato a passeggio con il suo cane. Altrettanto noto è l’amore di Rocco Buttiglione per Teo, il suo pastore tedesco. Nessun’altra razza avrebbe mai potuto attrarre il professore-politico, che è un tale appassionato della lingua germanica da prendere appunti soltanto in quell’idioma. Teo è uno dei pochi cani assurti agli onori della cronaca parlamentare, perché a volte è stato citato come uno dei pochi elettori “sicuri” del suo padrone. La oramai ex ministra Katia Belillo, tostissima nella dialettica televisiva, ritrova la tenerezza solo nei weekend, quando torna in Umbria a coccolare i suoi numerosi cani e gatti. Se i politici hanno scoperto solo di recente il feedback della fede animalista, il rapporto con i cani ha sempre caratterizzato l'immagine degli aristocratici, e in questo campo nulla ha fatto più scuola - o più moda - della Corte inglese. Oltre che per i corgy, la regina Elisabetta ha un debole per i carlini, e non poteva certo sottrarsi a una scelta cosi trendy lo stilista Valentino, che ha addirittura creato un marchio con il nome e l’effigie del suo adorato carlino Olver. Anche gli husky di Agnelli hanno avuto il loro momento d’oro, influenzando legioni di imprenditori e finanzieri d’assalto Tuttavia a fare moda oggi sono soprattutto i personaggi dello spettacolo, con i divi della televisione primi inter pares. In una puntata del suo spettacolo del sabato sera, Raffaella Carrà ha ceduto le luci della ribalta al suo cagnolino che non vedeva da molto tempo e che i suoi collaboratori avevano prelevato dal rifugio della conduttrice a Porto Ercole per farle una sorpresa durante la trasmissione. Se è vero che lo show business televisivo è sempre più interessato ai protagonisti a quattro zampe, dal Comrnissario Rex al testimoniai canino del celebre spot con Fiorello, è lecito augurarsi che nell’etere ci sia sempre più spazio per le iniziative umanitarie. Come quella di Maurizio Costanzo (felice possessore insieme a Maria De Filippi di un cane lupo), che all’inizio di ogni estate lancia una campagna contro l’abbandono degli animali da parte di chi va in vacanza. E c’è da sperare che il progenitore del talk show televisivo, da esperto comunicatore qual’è, riesca finalmente a convincere gli italiani ad adottare una nuova moda: quella di portarsi a casa i cani abbandonati per strada o che languono nei canili. Perché in ogni caso, che sia bastardo o blasonato, randagio o recluso, trovare un cane significa sempre trovare un tesoro.

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