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CANI E GATTI UCCISI PER CONFEZIONARE PELLICCE!
L’Italia fra i primi Paesi importatori
1 giugno 2001 -- Nel nostro Paese ogni anno decine di migliaia di pelli di cani e gatti sono importate per confezionare accessori, ritagli, interni e inserti di pelliccia; in particolare i cani sono pastori tedeschi, chow-chow, bastardini randagi ed altri appositamente allevati in Cina, Filippine, Thailandia e Corea.. Considerato che tali animali sono tutelati da specifiche normative nazionali e regionali come “animali da affezione”; Considerato che tale utilizzo, se proveniente da animali italiani, è espressamente vietato e punito dal Codice Penale; Considerato che gli Stati Uniti d’America hanno recentemente vietato l’importazione di pelli di cani e gatto; Considerato che gli accessori, i ritagli e gli inserti non sono chiaramente etichettati, ingenerando nel consumatore false convinzioni, prefigurando il reato di frode in commercio; Considerato che l’utilizzo di tali animali è apertamente contrario al sentimento di rispetto degli cittadini italiani nei confronti degli animali domestici; E’ urgente, allora, che il Governo, in particolare il Presidente del Consiglio e il Ministro delle Attività Produttive e il Parlamento emanino nuove urgenti norme che prevedano: • l’obbligo di etichettatura di tutti i capi contenenti e derivanti da spoglie di animali sottoposte a concia, o altri trattamenti che ne mantengano inalterata la struttura naturale delle fibre, indicando espressamente la specie utilizzata, l’azienda di confezionamento e il Paese di provenienza. Tale obbligo si applica anche a pupazzi e gadgets realizzati con suddetti materiali; • il divieto di importare su tutto il territorio nazionale pelli di cani e gatti per qualsiasi utilizzo; • applicazione del reato di frode in commercio per i capi contenenti pelo animale e etichettati con diciture generiche o in maniera difforme dalla vera specie dell’animale. E’ questa la realtà di un mercato di cui nessuno osava sospettare prima dell’indagine condotta dall’associazione americana Humane Society of the United States, il resoconto completo di diciotto mesi di investigazioni si trova su www.hsus.org/current/dc_fur/fur_facts.html ed è anche questa la realtà della mobilitazione che in Italia gli animalisti e tutte le persone civili - ottimo il reportage di domenica 6 maggio sulla rubrica “TV7” di RaiUno - stanno conducendo. Una realtà emersa alla luce del sole grazie anche alla volontà e all’impegno di Licia Colò, che dagli schermi televisivi (King Kong) denunciò, tra i primi in Italia, questo scandalo. La Colò fece analizzare dall’Università di Roma dei campioni di pelliccia comperati in un negozio: il risultato fu che questi campioni erano effettivamente originari di cani e gatti. Si possono firmare le petizioni lanciate dalle riviste “Amici di casa”, TeleSette, Grand Hotel, Viversani&belli, Animalisti italiani e LAV. Uniamoci in questa iniziativa!