Uomini e cani "veri amici" dall'Età della pietra

L'amicizia incondizionata tra uomo e cane dura da moltissimo tempo, esattamente dall'Età della Pietra. A dirlo è una nuova ricerca effettuata sul sito di Bonn-Oberkassel, in Germania, dove venne individuata un'antica sepoltura canina. I resti – nel dettaglio, un mascella – risalivano a 14.700 anni fa e vennero attribuiti senza dubbi a un cane domestico (Canis lupus familiaris).
Adesso ulteriori esami hanno portato al ritrovamento, nello stesso sito, del dente di un altro cane, più vecchio di quello precedente e più piccolo. Questa scoperta, pubblicata sulla rivista Journal of Archaeological Science, ha resto la sepoltura di Bonn-Oberkassel non solo la più antica conosciuta, ma ora anche l'unica in cui compaiono i resti di due cani. E non è tutto. Ci sono elementi che fanno pensare che il rapporto tra gli uomini e i cani in questo periodo non fosse solo utilitaristico, come si era sempre pensato, ma fosse anche affettivo e che gli uomini del Paleolitico si prendessero cura dei cani che avevano addomesticato anche quando questi non erano in grado di aiutarli nella caccia o nei lavori di fatica.
Il cane di Bonn-Oberkassel aveva circa 28 settimane (sette mesi) quando fu sepolto, insieme a due uomini adulti e un corredo funerario. Le lesioni ritrovate nella sua cavità orale mostrano un cane gravemente malato che probabilmente aveva sofferto di un'infezione da morbillivirus (cimurro canino, una grave malattia infettiva che colpisce il sistema nervoso in particolare dei cuccioli). Le analisi suggeriscono episodi della malattia a 19, 21 e 23 settimane. Inoltre, alterazioni patologiche includono anche una grave malattia parodontale che può essere stata favorita da un'immunodeficienza.
Considerato che il cimurro del cane ha un decorso della malattia di tre settimane con una mortalità molto elevata, e considerando che il primo sintomo di malattia del cane sarebbe comparso a poco meno di cinque mesi di vita, la sopravvivenza fino alla 27esima settimana sarebbe stata altamente improbabile senza un'assistenza umana intensiva. Inoltre c'è da considerare che durante i periodi di malattia il cane non poteva essere di nessuna utilità nel lavoro dell'uomo.
Per questi motivi gli studiosi sono arrivati alla conclusione che gli uomini dell'Età della Pietra, o almeno alcuni di loro, potrebbero già da allora aver sviluppato legami emotivi molto forti nei confronti dei loro cani, cosa che li portò ad avere un comportamento premuroso, amorevole e soprattutto disinteressato, esattamente come accade oggi.