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Questi animali potrebbero non festeggiare il prossimo Natale

Il Wwf ha stilato un elenco di 16 specie animali e vegetali che tra un anno potrebbero essere estinte

20 dicembre 2017
| di Redazione
Questi animali potrebbero non festeggiare il prossimo Natale
Infografica del Wwf

 

Sedici specie animali e vegetali rischiano di non vedere il Natale 2018. La denuncia arriva dal Wwf che in un report sottolinea come, dal 1970 al 2012, l'uomo abbia determinato il calo del 58 per cento delle popolazioni di vertebrati terrestri e marini. Oltre agli animali anche le piante sono sul baratro dell'estinzione per colpa di alcune attività umane.

 

Questo nel dettaglio l'elenco delle 16 specie, tra le tante a rischio, scelte dall'associazione per tenere alta l'attenzione su questo problema:

  • Vaquita, una specie simile a un delfino: ne sono rimasti 30 esemplari nel golfo della California a causa anche della pesca illegale nei mari del Messico
  • Leopardo dell’Amur, un agilissimo felino: vivono ancora meno di 70 esemplari nelle foreste temperate tra Cina, Mongolia e Russia a causa del bracconaggio
  • Orso marsicano: in Italia sono rimasti meno di 50 esemplari
  • Aquila del Bonelli: 40 coppie presenti in Sicilia
  • Gipeto: circa dieci coppie in Italia e meno di 10.000 in tre continenti (Asia, Africa-Europa)
  • Lucertola delle Eolie, adattata a vivere solo su alcuni scogli di queste isole: conta meno di 1.000 esemplari
  • Rinoceronte di Sumatra: meno di 250 esemplari nell'isola di Sumatra
  • Lupo rosso: meno di 150 individui in Nord Carolina
  • Bradipo pigmeo, con poche centinaia di animali che vivono nello stato di Panama
  • Pangolino cinese: dal 1960 ha avuto un declino del 60 per cento perché perseguitato per le sue scaglie ritenute ‘miracolose’ nella medicina tradizionale
  • Chiurlottello, un uccello ritenuto una chimera dagli ornitologi data la sua estrema rarità in tutta Europa: ne sono rimasti circa 50 esemplari
  • Ara golablu, una specie di pappagallo di cui in Bolivia si trovano tra i 50 e i 250 esemplari
  • Cavallo di Przewalski, appena 200 esemplari in Mongolia
  • Kouprey, un grosso bovide dell’Asia sud-orientale: ne rimangono 50 esemplari, gli unici superstiti della caccia spietata
  • Abete dei Nebrodi, una specie arborea che esiste solo sulle montagne della Sicilia di cui sono rimasti circa 30 esemplari
  • Madrepora oculata, una specie di corallo di profondità (250-800 metri) che la pesca a strascico e il cambiamento climatico stanno distruggendo: negli ultimi 50 anni ha avuto un declino di oltre l'80 per cento.

 

Questa è la Natura che le generazioni future potrebbero non vedere mai se l'uomo continuerà a proseguire la strada intrapresa senza porre un immediato e drastico cambio di rotta. Bisogna infatti considerare, come ricorda il Wwf, che la scomparsa di una sola specie, sia essa animale o vegetale, determina un'enorme perdita di informazioni biologiche, di caratteristiche genetiche e di servizi ecologici per tutta l’umanità.

 

“La piaga dell’estinzione – commenta Isabella Pratesi, direttore conservazione di Wwf Italia – rende più labili i sistemi naturali che consentono alle foreste di regolare le temperature del pianeta, ai fiumi di alimentare le biomasse marine, alle terre e agli oceani di produrre cibo e sicurezza. Trascuriamo inoltre – continua Pratesi – che molte specie prima di noi hanno trovato, attraverso l’evoluzione, soluzioni a condizioni difficili ed estreme. Ogni insetto scomparso, ogni pianta estinta, ogni barriera corallina sbiancata, potrebbe custodire le soluzioni e i rimedi ai nostri mali incurabili o ai drammatici cambiamenti che abbiamo generato”.

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@liciaanimalie

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