Al Lupo! In Italia, purtroppo, è un grido sempre attuale
Solo negli ultimi due mesi sono state quattro le uccisioni cruente. Da anni il WWF si attiva affinché si sblocchi, il "Piano Lupo". Ne parliamo con Isabella Pratesi, direttore della conservazione internazionale del WWF Italia.
Due lupi appesi ad un cartello stradale a Radicofani (Siena). Un lupo impiccato a Rocca Priora (Roma). Un lupo decapitato a Pergola (Pesaro Urbino) ed ancora un lupo appeso ad una pensilina dell’autobus a Coriano (Rimini). Questi sono solo gli ultimi quattro casi in Italia tra ottobre e novembre. Siamo alle solite: il lupo in Italia fa ancora paura.
Ma quanti ce ne sono nel nostro Paese? Secondo le stime aggiornate del WWF, i lupi presenti sulle Alpi italiane sono tra i 150 e i 180 esemplari e sono numeri in aumento, anche se resta una popolazione vulnerabile. In Italia, complessivamente, si stima una popolazione di 1800 esemplari. In base a quanto riportato nel Piano di gestione e conservazione del lupo, ogni anno in Italia si stima muoiano circa 300-400 lupi. Di questi, solo circa il 6 per cento muore per cause naturali, mentre il resto sono da collegarsi soprattutto all'uomo, ovvero per il 53 per cento ad incidenti stradali e per il 32 per cento al bracconaggio.
Fortunatamente, comunque, nel nostro Paese ci si sta muovendo con determinazione. Sono molte, infatti, le associazioni che hanno attivato una Campagna per salvare i lupi. Tra queste c’è il WWF. Recentemente, per fare chiarezza sulla questione, Isabella Pratesi, direttore della conservazione internazionale del WWF Italia, è intervenuta nel programma di Licia Colò “Il Mondo Insieme”, in onda tutte le domeniche dalle 15.20 alle 18 e dalle 18.30 alle 19 nel “Prima di Cena” su TV2000 (canale 140 di Sky e 28 del Digitale Terrestre). E anche noi di animalieambiente.it ne abbiamo approfittato per fare, con lei, il punto della situazione.
Isabella, cos’è il “Piano Lupo”? Cosa state facendo affinché venga al più presto approvato?
Il “Piano Lupo” permetterà una migliore convivenza tra uomo e lupo e non è facile da spiegare in poche righe. Posso soltanto dire, comunque, che è molto migliorato nelle ultime versioni, ma attualmente è bloccato per esplicita opposizione di due regioni (Toscana e Veneto) che chiedono l’immediata applicazione di deroghe alla protezione del lupo (ovvero abbattimenti). Il WWF chiede che sia approvato al più presto, previa esclusione o moratoria a lungo termine, degli abbattimenti.
Studio dei lupi in natura e interventi antibracconaggio. Cosa avete fatto fino ad oggi e cosa farete in futuro?
Abbiamo consegnato collari satellitari e fototrappole per lo studio del lupo in natura ed abbiamo anche realizzato un box, che sarà inaugurato a breve presso il PN dell’Appennino Tosco-Emiliano, per ospitare gli “sniffer dogs”. Abbiamo anche presentato vari esposti agli organi competenti contro i molteplici casi di bracconaggio.
Una convivenza pacifica tra uomo e lupo può essere facilmente possibile. Come vi comportate con gli allevatori virtuosi e, in generale, con la popolazione che vive a contatto con i lupi?
Abbiamo consegnato cibo per cani da guardiania nel Grossetano agli allevatori virtuosi di DifesAttiva. Ma è anche molto importante contrastare la cattiva informazione sui media, cioè le famose bufale mediatiche come quella della lupa Giulietta sui monti Lessini che sarebbe erroneamente stata definita un’ibrida, scatenando mille preoccupazioni nei residenti. Per fare ciò, abbiamo organizzato incontri divulgativi con la popolazione laddove il problema è più sentito.
In sintesi, cosa farà il WWF nell’immediato futuro?
Faremo la messa in sicurezza di tratti stradali pericolosi per gli investimenti dei lupi da parte delle auto. Continueremo nel sostegno agli allevatori virtuosi e potenzieremo l’attività antibracconaggio con strumenti avanzati quali droni e tanto altro perché c’è ancora molt da fare affinché la si smetta di gridare “Al lupo! Al lupo”.
L'intervista video è stata realizzata da Lidia Mancini