Lupo scuoiato e appeso a un palo
È successo in provincia di Livorno. A denunciare l'accaduto il sindaco del paese.

Un lupo è stato ucciso, scuoiato, appeso con le zampe posteriori a un palo e lasciato lì, in bella vista, all'incrocio di una strada fuori paese. Sopra, un cartello con scritto “No agli abbattimenti, sì alla prevenzione” e uno smile beffardo. È successo in provincia di Livorno, a Suvereto, lungo la strada che porta a Monterondo.
A denunciare il fatto lo stesso sindaco del paese, Giuliano Parodi, che sulla pagina Facebook del Comune ha pubblicato questa foto, tagliata “per decenza”, e ha condannato il gesto “infame” , auspicando, a nome di tutta l'Amministrazione comunale, che “i colpevoli siano individuati ed esemplarmente puniti”.
Sull'accaduto sono intervenute subito le associazioni animaliste. La LAV ha definito l'episodio “un atto criminale, di estrema crudeltà e gravità” denunciando una “totale mancanza di controllo del territorio da parte delle istituzioni”. Secondo l'associazione questo gesto sarebbe infatti un “messaggio intimidatorio inviato a tutti coloro che da mesi si battono perché il nuovo Piano nazionale di gestione del lupo sia approvato il prima possibile senza la parte che riguarda le uccisioni dei lupi”.
Un piano che da mesi è in attesa di arrivare a una conclusione, dopo il rinvio del voto di febbraio dovuto all'opposizione da parte di alcune regioni di votare la parte riguardante l'abbattimento controllato di un certo numero di lupi in casi di particolare necessità. Secondo il responsabile LAV area Animali Selvatici, Massimo Vitturi, “quanto accaduto a Suvereto è anche il prodotto della politica del Ministero dell’Ambiente che, arroccato su posizioni di strenua difesa della parte del Piano che prevede gli abbattimenti ‘istituzionali’, sta di fatto bloccando l’approvazione del Piano nazionale di gestione del lupo, che già prevede numerose, importanti azioni per la prevenzione del bracconaggio e delle predazioni”.
Il WWF ha annunciato un esposto alla procura competente e la sua costituzione parte civile nel processo che l'associazione spera si aprirà il prima possibile. Lo stesso farà la LIPU che ha parlato di un "orrore che non può essere accettato e complice è anche quella cattiva aria che ha soffiato intorno al Piano lupo".
Il WWF ha inoltre ricordato come questo sia solo l'ultimo dei casi di lupi uccisi dall'inizio dell'anno, uno a gennaio a Grosseto con modalità simili e altri sette casi di bracconaggio nelle Marche e in Liguria, oltre ai lupi morti perché investiti dalle auto.
L'associazione animalista ricorda come in Italia muoiano circa 300 lupi l'anno a causa di caccia illegale, trappole e incidenti e per questo rivolge un appello alla Conferenza Stato-Regioni perché approvi il prima possibile il Piano di Conservazione e Gestione del lupo (senza la parte relativa agli abbattimenti) che contiene importanti misure contro il bracconaggio.
I lupi sono protetti dalla legge italiana ormai da 46 anni: è nel 1971 che se ne vietò la caccia. Grazie a questo provvedimento la situazione dei lupi in Italia è migliorata, anche se si tratta ancora di animali a rischio. La consistenza della popolazione del lupo appenninico nel nostro Paese è sempre oggetto di controversie ma una stima ragionevole porta a ritenere che oggi in Italia siano circa 1.500/2.000 esemplari.
Il ministero dell'Ambiente fa sapere che il ministro Galletti ha chiesto "un forte impegno ai Carabinieri Forestali per individuare i responsabili di un gesto criminale e di insensata violenza nei confronti della biodiversità e in particolare di una specie duramente colpita dal fenomeno del bracconaggio".