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Dieci verità sul lupo

Punto per punto, la situazione dei lupi in Italia oggi

20 febbraio 2017
| di Franco Tassi*
Dieci verità sul lupo

Dopo il rinvio dello scorso 2 febbraio, il prossimo giovedì è prevista la votazione in Conferenza Stato-Regioni del Piano Lupo che, tra le varie azioni previste per contrastare la predazione, prevede un abbattimento controllato del cinque per cento dei lupi che vivono in Italia. Ma qual è la loro situazione oggi nel nostro Paese? Eccola qui sintetizzata in dieci semplici punti.
 

  1. Il lupo che è sopravvissuto in Italia e sta ora diffondendosi nelle Penisola e nelle Alpi è il vero Lupo appenninico, una sottospecie endemica più che valida, il Canis lupus italicus di Giuseppe Altobello, spesso sottovalutato, erroneamente trascurato da molti noti ricercatori e in passato sempre odiato e perseguitato.
     
  2. Naturalmente non c’è nulla di vero nelle favole di lanci, immissioni e ripopolamenti di lupi stranieri, magari di provenienza siberiana. Una fandonia risalente all’epoca del film Uomini e Lupi (1956), poi diffusa come clava nella lotta politica e più volte smentita, ma circolante ancora tra i pettegolezzi da osteria.
     
  3. La maggior parte dei danni al bestiame domestico è causata dai cani vaganti, randagi e inselvatichiti, un vero flagello in Italia (c’è chi li stima a un milione di individui) che spesso cacciano in branco e non si nutrono certo di aria e fiorellini. Ma vengono presi per lupi e nessuno analizza né risolve il problema.
     
  4. Ai cani incustoditi si aggiungono poi gli ibridi, spesso frutto della disgregazione di un branco di lupi, i quali normalmente non si mescolano con i cani: ma se un maschio solitario di lupo incontra una femmina di cane, allora prevale l’istinto di perpetuazione della specie e può avvenire l’accoppiamento.
     
  5. Un terzo problema è la liberazione di cani lupo di razze create illecitamente per scopi commerciali, come quelle originate dai lupi dei Carpazi. Sono meticci molto belli e apprezzati ma anche voraci e poco affidabili, su cui prosperano traffici clandestini, oggi più facili e impuniti a seguito della devitalizzazione della Forestale.
     
  6. La consistenza della popolazione di Lupo appenninico in Italia è sempre oggetto di controversie ma una stima ragionevole porta a ritenere che oggi in Italia siano circa 1.500/2.000, esclusi naturalmente i predatori anomali di cui sopra. Circolano stime maggiori ma ad opera di chi confonde e somma le varie categorie.
     
  7. Tutti i danni dei lupi vanno indennizzati in modo rapido e adeguato ma senza confonderli con quelli dei predatori anomali, purché il bestiame sia ben custodito e sorvegliato e vengano poste in opera le prescritte misure dissuasorie: sostenendo e incentivando ricoveri, recinzioni e soprattutto idonei cani da guardia.
     
  8. Vanno rafforzate le azioni di contenimento e controllo dei predatori anomali con interventi preventivi e poi gradualmente riducendo il randagismo e l’ibridazione, con misure non cruente attraverso controlli, catture e sterilizzazioni, in piena applicazione delle norme vigenti.
     
  9. L’assurda pretesa di abbattere un certo numero di lupi, deciso in base a territorio occupato, consistenza dei nuclei e conflittualità con le attività umane, lungi dal risolvere i problemi, li aggraverebbe molto. Infatti il branco verrebbe disgregato, subentrerebbero altri predatori e in definitiva i danni aumenterebbero.
     
  10. Fondamentale resta comunque la comprensione delle leggi naturali, della salvaguardia della biodiversità e dell’equilibrio ecologico, da diffondere mediante corsi di educazione ambientale nei territori e villaggi interessati e con interventi nelle scuole e nelle stazioni eco pastorali ed eco-turistiche.

 


*Direttore del Parco Nazionale d’Abruzzo dal 1969 al 2002, docente universitario, ecologo e biologo

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