Fa bene 'umanizzare' il nostro cane?
Lo abbiamo chiesto a Paolo Cortelli Panini, veterinario e responsabile nazionale del soccorso alpino.

Cappottini, fiocchetti e collari con strass. Per moda o per diletto sono tante le tendenze che colpiscono i nostri amici a quattro zampe che spesso diventano come dei 'bambolotti' nelle mani dei loro padroncini. Ma se davvero potessero parlare, cosa direbbero? Lo abbiamo chiesto a Paolo Cortelli Panini, veterinario e responsabile nazionale del soccorso alpino.
Perché si è arrivato a umanizzare gli animali, ad antropomorfizzarli?
L’animale da compagnia viene visto come sostituzione: non è il piacere di avere un cane o un gatto ma c’è l'esigenza di sostituire attraverso gli animali, anche se inconsciamente, delle carenze prevalentemente affettive. Classico è l’esempio del nucleo familiare che non può avere bambini o il caso della perdita di una persona cara. In queste circostanze c’è il tentativo di sostituire il 'qualcuno' che è venuto a mancare con qualcuno che però ha bisogno di tutt’altro. Antropomorfizzare un animale da compagnia, però, è un problema perché va a scatenare una serie di incomprensioni tra l’animale e l’uomo e questo porta a una non serenità del rapporto. Il rapporto cane-padrone diventa difficile perché non c’è un reale rispetto per il cane e per le sue esigenze naturali.
Gli animali quindi non sono contenti di ricevere un trattamento simile?
Assolutamente no. Anzi, questi comportamenti li mettono in grande confusione perché creano una conflittualità di tipo gerarchico. Quando parliamo con i nostri cani dobbiamo farlo con la consapevolezza che loro hanno un rapporto totalmente diverso rispetto al nostro e un animale che viene trattato come una persona entra in conflitto con se stesso perché non sa più chi è. Bisogna inoltre stare attenti agli atteggiamenti di dialogo paraverbale e metaverbale, cioè il tono della voce e la postura del corpo, il cui significato cambia se ci relazioniamo con una persona o con un animale. Ad esempio, se parlo con un bambino e mi piego in avanti, il bambino sa che il mio piegarsi non è un aggressione, ma per il cane è diverso. Noi continuiamo a parlare con il cane credendo che ci capisca mentre in realtà non capisce assolutamente niente anche perché per lui i movimenti del nostro corpo significano altro rispetto a quello che noi vogliamo dire.
Prima parlavi di confusione da parte degli animali: qual è il danno maggiore che si crea?
Il cane o il gatto, ma prevalentemente il cane, non sa più chi è perché riceve messaggi confusi che non sono coerenti con le sue esigenze. Questo può portare all’apatia, all’abbattimento, alla depressione e all’aggressività. Un esempio che può essere fatto riguarda il cibo. Quando diamo da mangiare a un bambino piccolo lo imbocchiamo e lo guardiamo perché vogliamo essere certi che mangi tutto. Nel caso di un cane, soprattutto quando è giovane o ha un temperamento abbastanza importante, quando ci si sofferma a guardarlo mentre mangia dalla ciotola, anche se per noi quello è un gesto d'amore, per il cane non lo è per il semplice fatto che lui in quel momento è il capobranco e il fatto che qualcuno lo osservi lo fa quasi sentire in diritto di mordere o di avere atteggiamenti aggressivi.
Vediamo spesso animali vestiti con collari brillantinati, vestitini, cappottini. Ma loro sono contenti di andare in giro conciati così?
In realtà no. Però gli animali si abituano presto alle follie dell’uomo e ci sono addirittura alcuni cani che si sono talmente abituati a indossare il cappottino che non escono fino a che non ce l’hanno. Ma non è una loro scelta, è un condizionamento. Il vero rispetto che noi dobbiamo avere è considerarli come cani e questa non è un offesa. Non sono oggetti nati per soddisfare le mancanze dell’uomo.
È sbagliato anche fa dormire cani e gatti nel letto?
La cosa importante è la coerenza. Non ci sono problemi medici. Sfatiamo il mito che l’alito del cane provochi malattie: è dimostrato, al contrario, che il contatto con il cane, soprattutto nei bambini, rafforza il sistema immunitario. Il punto è che se il cane dorme nel letto una volta allora deve dormirci sempre; se sale sul divano una volta allora ci deve salire sempre. Ci sono delle cose che il cane non può mai fare in casa e questo serve per mantenere la gerarchia.
Quali sarebbero?
Sono io che decido quando deve giocare, quando deve mangiare, quando deve dormire e così, in questo modo, dichiaro ogni giorno la mia superiorità. Non per forza bisogna essere duri: bisogna essere coerenti. Il fatto, per esempio, che si faccia entrare il cane in casa solo quando è pulito e asciutto, per noi può essere logico ma per il cane non lo è.