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In ricordo di Snoopy

È morto un anno fa, a Livorno, nel balcone della sua casa, ucciso da un colpo di carabina. Ma non è stato l'unico cane vittima della violenza dell'uomo: tra gli ultimi casi quello di Angelo, un cane picchiato e impiccato in Calabria.

04 agosto 2016
| di Redazione
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Abbiamo ricevuto e deciso di pubblicare, insieme a un video-commento di Licia Colò, questa toccante lettera di Arianna che da un anno si batte affinché venga fatta giustizia per l'uccisione dell'amato Snoopy, il cane di suo padre, avvenuta esattamente un anno fa.

 

Buongiorno ,
Mi chiamo Arianna e vivo a Livorno. Premetto che sono refrattaria ad ogni forma di comunicazione via web ma il grande dolore che ho dentro e lo shock per la terribile morte del mio, del nostro, cane Snoopy, mi ha portato a rendere nota questa vicenda.

 

Questa è la storia dell'adorato Snoopy, il dolcissimo cane di mio babbo e di sua moglie Annarita. La storia di un rapporto speciale, fatto di una quotidianità semplice e ricco di affetto e amore. Sì, perchè Snoopy, con il suo amore incondizionato e la sua fedele presenza, ha aiutato sette anni fa mio padre a uscire da una brutta depressione. Il loro rapporto è nato in un momento di dolore, di nottate fatte insieme sul divano, di sonni agitati... Piano piano, però, mio papà è tornato a vivere. Perchè quando sei depresso e non riesci neppure ad alzarti dal letto tornare a uscire anche solo per portare il proprio cane ai giardini è un tornare alla vita!

 

Snoopy è stato ucciso sul piccolissimo terrazzo della propria casa. Sì, la sua casa, il luogo che per tutti noi è considerato il rifugio dal mondo esterno dove nessuno può farti del male. Invece, alle 7.30 di martedì 4 Agosto 2015, un pazzo con un colpo di carabina gli ha chiuso gli occhi per sempre.

 

Mio babbo quel giorno era uscito presto ad accompagnare a lavoro sua moglie Annarita e come sempre Snoopy si era affacciato tra le ringhiere del balcone per salutarlo e là era rimasto ad attenderne il ritorno. Questo per lui era un'abitudine: aspettare i suoi padroni affacciato anche se in realtà non lo lasciavano mai da solo poichè era come un figlio e a ogni uscita, impegno, cena andava sempre con loro. Era ben voluto dal tutto il quartiere e tutti conoscevano quel bellissimo cagnolone bianco con il muso screziato di nero e marrone.

 

Quella mattina del 4 agosto, al suo rientro, papà ha visto Snoopy andargli barcollante incontro e accasciarsi. Ha aspettato il suo padrone per morire! Mio babbo, disperato, gli ha fatto il massaggio cardiaco e la respirazione bocca a bocca ma ormai era morto. Inutile descriverne lo strazio, le urla di dolore, i pianti. È stato il bravissimo veterinario di famiglia a rivelarci, con la radiografia, che una pallottola aveva reciso l'aorta di Snoopy. In pochi minuti il nostro dolce cagnolone è morto poichè il sangue gli ha invaso i polmoni immediatamente.

 

I carabinieri si sono subito attivati con grande professionalità e le indagini dei RIS hanno portato ben presto all'identificazione del presunto colpevole e al ritrovamento della carabina nel suo appartamento. Questa svolta, appena tre giorni dopo la morte di Snoopy, ha spinto l'assassino a confessare. Nei giorni seguenti a Livorno si è creato un gruppo Facebook 'Giustizia per Snoopy' che ha raccolto più di 4000 adesioni e che ha promosso un corteo che il seguente 12 Agosto ha sfilato nella via dove abita mia babbo, chiedendo una pena esemplare per l'assassino di Snoopy. Il corteo, a cui hanno partecipato 400 persone, ha urlato contro ogni forma di violenza verso chi non ha voce, verso i più deboli, verso le creature indifese, verso chi non può difendersi da qualsiasi sopruso e maltrattamento. Il gruppo ha poi raccolto le firme affinché chi ha tolto la vita a Snoopy possa essere punito con il massimo della pena e perchè questo caso apra la porta a una maggiore sensibilizzazione verso i crimini commessi sugli animali.

 

Il 5 ottobre è apparsa sui giornale locali la notizia della chiusura delle indagini ed è stato verificato che l'assassino di Snoopy aveva già sparato a dei piccioni: questo confermerebbe l'inclinazione di questo individuo a uccidere esseri indifesi, senza scrupolo e per futili motivi.

 

Il 25 maggio è arrivata l'attesa notizia: il Gip di Livorno ha rinviato a giudizio l'assassino di Snoopy "per aver ucciso con crudeltà e senza motivo, all'interno di un disegno criminoso, prima un piccione e poi un cane di nome Snoopy". Questa iniziale vittoria, in uno Stato in cui i crimini commessi sugli animali vengono spesso archiviati, è forse il primo seme per un cambiamento in materia dei diritti degli animali.

 

Adesso la mie parole arrivano qui per dare una voce maggiore alla morte di Snoopy e a quello che si è mosso attorno a lui. Per dire basta alla violenza verso creature indifese! Vorrei che questa storia aiutasse a capire che la perdita di un cane, specialmente in questo modo, è un dolore terribile per chi lo ha amato e ha condiviso con lui pezzi della propria vita. Vorrei che si capisse che l'amore non è un sentimento diviso a scomparti: che l'amore è amore! Certo, Snoopy era un cane, ma lui ci ha amato moltissimo e incondizionatamente tanto che prima di morire ha atteso il mio babbo per guardarlo un'ultima volta e andarsene con lui accanto. Mio papà sta male, così come sua moglie, e la loro vita è drasticamente cambiata.

 

Il timore che la tragedia che ha fatto di Snoopy un simbolo venga presto dimenticata è sempre presente, così come la paura che il responsabile di questo animalicidio se la cavi con poco, sebbene lo sdegno pubblico e il sostegno delle associazioni animaliste sia alto.

 

Spesso ci domandiamo se le leggi che puniscono chi uccide o maltratta un animale siano eque. Chi può quantificare il valore della vita di un cane e il dolore inflittogli gratuitamente? Chi siamo noi, uomini, per decidere che una pena da 4 mesi ad un massimo di 2 anni sia giusta? Snoopy non aveva fatto nulla di male, era indifeso e vulnerabile, ma qualcuno si è alzato e gli ha sparato senza motivo, consapevole che era solo un cane. Lui voleva soltanto continuare ad amare mio babbo, Annarita, me... Voleva soltanto continuare a correre nei prati del maneggio in cui era nato e rendere felice mio papà... noi...

 

Snoopy è diventato un simbolo, il nostro piccolo e dolce Snoopy. E questa foto con in bocca la maglia rossa di mio babbo, sembra ricordare le scarpette rosse per il "No" alla violenza sulle donne. Quel giorno, sul divano, non potevamo immaginare che la sua foto avrebbe fatto il giro del web, trascinando con sè, con la forza dell'espressione di quegli occhi quasi umani, centinaia di persone solidali nel condannare quel gesto crudele e chi l'ha compiuto".

 

Arianna ci ha fatto inoltre sapere che il canile comunale di Livorno, che sarà inaugurato a fine anno, verrà intitolato proprio a Snoopy così che il suo ricordo, e il simbolo che è diventato, possa restare per sempre nella memoria di tutti.  

 

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