Delfinario di Rimini, animali intontiti con farmaci
Secondo la Produra. Delfini stressati in crisi di astinenza e ammalati.

Delfini storditi dal Valium e privi di difese immunitarie a seguito del massiccio consumo di farmaci. E ancora: aggressivi perché costretti a vivere in uno spazio ristretto, senza la possibilità di sfuggire all’occhio dell’animale dominante e senza la possibilità di “una via di fuga durante i conflitti”. Animali che hanno dovuto adattarsi a condurre un’esistenza in uno spazio angusto, costantemente sotto la luce del sole di giorno e di notte sotto i riflettori. Condizioni che secondo la Procura hanno determinato un costante stato di stress sottoponendo i delfini “a comportamenti insopportabili per le loro caratteristiche etologiche, sottoponendoli a trattamenti idonei a procurare un danno alla salute degli stessi con conseguenti gravi sofferenze”. Secondo la magistratura si trattava di maltrattamenti e sebbene non vi fossero le condizioni per contestare l’aggravante delle sevizie ai due indagati è stato loro contestato di aver agito con crudeltà e senza necessità”. Sono i motivi per i quali è stato disposto il sequestro preventivo dei quattro animali, la madre Alfa di 35 anni, Sole , 20, Luna 18 e Lapo di 6 anni. Quest’ultimo versa in pessime condizioni di salute. Affetto da una gastrointerite infettiva, è in prognosi riservata. Era stata la stessa Ausl di Rimini il 17 agosto scorso, ad imporre alla proprietà di non riprendere l’attività con il pubblico. Nel corso dell’ultimo sopralluogo compiuto il 27 agosto scorso dalla Forestale e da un medico veterinario ricercatore all’università di Padova, e dal Cetaceans strandings emercency Response team (Cert) del Ministero dell’Ambiente, i tecnici avevano concluso che le gravi condizioni di Lapo fossero da attribuire ad una serie di errori commessi dal management ambientale e sanitario. Nella lista degli indagati sono finiti il direttore del Delfinario e una veterinaria, quest’ultima per aver prescritto i farmaci finiti sotto accusa. Si tratta innanzitutto, del Valium usato, sempre secondo l’accusa, in dosi massicce, come si evincerebbe dal registro dei medicinali. Il tranquillante sarebbe stato usato per limitare i conflitti che inevitabilmente insorgevano nell’ambiente ritenuto non idoneo. E sempre il Valium avrebbe provocato alterazioni nel comportamento dei tursiopi, causando una dipendenza sia di natura fisca che psichica. Delfini con la “scimmia” perché affetti da vere e proprie crisi di astinenza. L’uso del medicinale avrebbe inoltre compromesso la funzionalità epatica. Invece, l’uso ritenuto indiscriminato, per le femmine, degli ormoni anticoncezionali avrebbe alterato la risposta immunitaria al punto che gli animali si ammalavano con una cerrta frequenza. Inoltre, l’aggressività che avrebbe indotto a ricorrere all’uso dei tranquillanti, sarebbe stato causata danche dall’intenso programma di spettacoli. Per quanto riguarda l’obsoleta struttura, che più volte la proprietà ha manifestato l’intenzione di adeguare alle nuove norme, ritrovandosi però con le mani legate, era non idonea in quanto priva di ombreggiatura e con un filtraggio non adeguato, e quindi “potenziale focolaio di infezioni”. Sotto accusa anche l’elevata temperatura dell’acqua, registrata a 29,4 °C quando la norma prevede che lo stato ottimale sia tra 10 e 28°C. La vasca di 314 metri quadrati, è risultata inefriore del 22 per cento rispetto al limite imposto dalla norma, inoltre essendo composta da un unico corpo non consentiva agli animali di muoversi in libertà alla ricerca di un pertugio in cui trovare un po’ di pace. Fausta Mannarino – romagnanoi.it